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IL RIASSUNTO




                                               QUALE TECNICA?




                   A questo punto del percorso, lasciamo agli alunni la scelta autonoma della tecnica
                   secondo loro più efficace per riassumere per iscritto un racconto.





                                            Ribelle e Memoria


                                                 La tartaruga cominciò ad avanzare e a ogni passo che
                                                 faceva, pur muovendosi lentamente, molto lentamente,
                                                 obbligava la lumaca a uno sforzo enorme per non
                                                 restare indietro. In breve la lumaca si sentì sfinita
                                                 e le chiese il permesso di salire sul suo carapace.

                                                 – Sei troppo veloce per me – le spiegò.
                                                 – Io veloce? È la prima volta che me lo dicono. Sì,
                                                 lumaca, sali pure – rispose la tartaruga.
               Una volta sistemata là sopra, dietro la testa della tartaruga, la lumaca le chiese
               dove stava andando, ma l’altra ribatté che avrebbe dovuto chiederle invece da
               dove veniva. Così, mentre la lumaca vedeva passare il verde del prato a una rapi-
               dità sconosciuta, la tartaruga le raccontò che veniva dall’oblio degli esseri umani.

               – Non so che cosa sia l’oblio e credo di non conoscere neppure gli esseri umani... –
               disse la lumaca.
               Allora la tartaruga diminuì la velocità e parlò del suo ingresso felice in una casa
               dove non mancavano mai le fresche foglie di lattuga, la sugosa polpa di pomodoro
               e il dolce nettare delle fragole. Dei piccoli di umano si prendevano cura di lei, la
               coccolavano e le avevano perfino preparato un comodo letto di paglia in fondo
               al giardino. Quel giardino era il suo mondo, ma quando la neve trasformava il
               cortile in una gelida distesa inospitale, i piccoli di umano la portavano in casa e
               la facevano dormire in un angolo tiepido e accogliente.

               – Non si può dire che te la passassi male – commentò la lumaca.
               – Non mi lamento, ma gli esseri umani crescono e dimenticano – sospirò la tarta-
               ruga e le riferì come, col trascorrere del tempo, man mano che i piccoli di umano
               erano diventati prima giovani e poi adulti, le attenzioni erano costantemente di-
               minuite, il cibo si era fatto più scarso, finché non l’avevano considerata soltanto
               una presenza molesta di cui bisognava liberarsi e l’avevano abbandonata nel prato.
               La lumaca si rattristò a sentire la storia della tartaruga e divenne ancora più triste

               quando lei, sempre cercando lentamente tra le tante parole che conosceva, le disse
               che stava attraversando quel prato fra esseri strani, per sempre lontana da quella
               che era stata la sua casa, perché era diretta in un luogo vago che aveva per nome
               la parola più crudele. Si chiamava esilio.

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