Page 77 - SussiDIARIO dei linguaggi 4 - Guida al testo
P. 77

IMPARARE FACILE
























                  TESTO RIDOTTO E ADATTATO da proporre agli alunni

                 Tutti i palloni che entravano nel giardino della signora Somaruga uscivano
                 forati. La recinzione era bassa ed era piena di punte.
                 Nel giardino c’erano solo piante grasse: giganteschi cactus spinosi, cespugli
                 di rose con duemila spine per fiore.
                 Noi bambini calciatori stavamo molto attenti, ma sempre, a un certo
                 punto, il pallone si dirigeva verso il recinto spinoso e dai nostri petti
                 usciva un: – Nooo, dalla Somaruga nooo!
                 A volte il pallone urtava la cancellata e tornava in strada. Allora lo
                 abbracciavamo e lo baciavamo, felici per il pericolo scampato.
                 Ma il giardino attendeva paziente: un colpo di testa un po’ alto, il portiere
                 che respingeva male con il pugno e il pallone cadeva nel giardino maledetto.
                 Ci arrampicavamo sul muro, di corsa. E lo vedevamo sgonfiarsi su un cactus
                 o su un sasso appuntito. I nostri occhi si riempivano di lacrime. La signora
                 Somaruga usciva subito e, con un sorriso cattivo, prendeva il pallone
                 sgonfio e ce lo rimandava. Poi faceva una carezza al cactus e scompariva
                 nella sua casa urlando: – Andate a giocare in un’altra strada!
                 Alcuni dicevano che, appena il pallone entrava nel giardino, suonava un
                 allarme, così la strega correva alla finestra per guardare il pallone mentre
                 si sgonfiava. Un mio amico dice che nel giardino della Somaruga c’erano
                 due cactus che la signora spostava con un telecomando, per forare il
                 pallone al volo.
                 Nessuno poteva sfuggire alla maledizione!
                                                              Stefano Benni, Una razza in estinzione, in “Linus”, Rizzoli




















                                                                                                             77
   72   73   74   75   76   77   78   79   80   81   82