Page 36 - GIRO DEL MONDO IN TANTE STORIE
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Il gatto nero grande e grosso prendeva il sole sul balcone a
                                                         pancia all’aria. Il suo nome era Zorba. Nel preciso istante in
                                                         cui Zorba si girava pigramente per farsi scaldare la schiena,
                                                         sentì il sibilo di qualcosa che si avvicinava a gran velocità.
                                                         Fece appena in tempo a scansarsi per schivare la gabbiana
                                                         che cadde sul balcone. Era un uccello molto sporco. Aveva
                                                         tutto il corpo impregnato di una sostanza scura e puzzolente.
                                                         “Sembri ridotta malissimo. Che cos’è quella roba che hai
                                                         addosso? E come puzzi!” miagolò Zorba.
                                                         “Sono stata raggiunta da un’onda nera. Morirò...” stridette
               Sotto la banDiera                         accorata la gabbiana.
                      arcobaleno                         “Ma no, non morirai! Riposati un po’ e vedrai che ti riprendi.”
               Nel romanzo i “cattivi” sono i            disse Zorba.
               marinai delle grandi petroliere che,
               approfittando della nebbia, vanno         “Amico gatto, si vede che sei un animale buono e di nobili
               al largo a lavare le loro cisterne,       sentimenti. Per questo ti chiedo di farmi tre promesse. Mi
               rovesciando in mare migliaia di litri     accontenterai?” stridette.
               di petrolio e sostanze chimiche           Zorba pensò che la povera gabbiana stava delirando e che
               inquinanti. Però compaiono anche          con un uccello in uno stato così pietoso si poteva solo essere
               umani che, a bordo di minuscole           generosi: “Ti prometto tutto quello che vuoi. Ma ora riposa...”
               barche con i colori dell’arcobaleno,      miagolò impietosito.
               cercano di impedirlo. Sono gli attivisti   “Non ho tempo di riposare. Voglio deporre un uovo. Promettimi
               di Greenpeace, un’associazione
               che da molti anni ha a cuore la           che non lo mangerai.”
               difesa dell’ambiente e con cui lo         “Prometto che non mi mangerò l’uovo.” ripeté Zorba.
               stesso Sepúlveda ha collaborato.          “Promettimi che ne avrai cura finché non sarà nato il piccolo.”
                                                         “Va bene, ti prometto che avrò cura dell’uovo finché non sarà
                                                         nato il piccolo.”
                                  Fortunata è...            “E promettimi che gli insegnerai a volare.”
                                       argentata!        “Ti prometto che gli insegnerò a volare. E adesso riposa, io
                            Ci sono molte specie         vado in cerca di aiuto...” miagolò Zorba balzando direttamente
                            di gabbiani. La nostra       sul tetto.
                            Fortunata appartiene
                            a quella dei gabbiani        Kengah guardò il cielo, ringraziò tutti i buoni venti che
                         argentati o gabbiani reali      l’avevano accompagnata e, proprio mentre esalava l’ultimo
                     nordici (in latino il loro nome     respiro, un ovetto bianco con tante macchioline rotolò accanto
                  è Larus argentatus). Il piumaggio      al suo corpo impregnato di petrolio.
                ha dei riflessi appunto d’argento. È
                 un uccello piuttosto grosso: le ali,    Per molti giorni il gatto nero grande e grosso rimase sdraiato
                spiegate, arrivano a oltre un metro      accanto all’uovo, proteggendolo con tutta la delicatezza delle
                 di larghezza. Una femmina adulta        sue zampe pelose. La sera del ventesimo giorno Zorba stava
                 è lunga dai 55 ai 62 centimetri. Sul    dormicchiando e perciò non si accorse che l’uovo si muoveva,
                 becco ha una macchia rossa. Vive        lentamente ma si muoveva, come se volesse mettersi a rotolare
                  in colonie e depone le uova sulle
               scogliere. Ha una voce molto acuta!       per l’appartamento.

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