Page 37 - GIRO DEL MONDO IN TANTE STORIE
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Lo svegliò un solletichio alla pancia.
Aprì gli occhi e non poté evitare un sussulto
quando si accorse che, da una crepa nel guscio,
appariva e scompariva una puntina gialla.
Zorba prese l’uovo tra le zampe anteriori e così vide che
il pulcino beccava fino ad aprirsi un varco attraverso il
quale fece capolino la sua minuscola testa umida e bianca.
“Mamma!” stridette il piccolo gabbiano.
Zorba non seppe che cosa rispondere.
“Mamma! Mamma!” tornò a stridere il piccolo ormai fuori
dall’uovo. Era bianco come il latte e delle piume sottili, rade
e corte gli coprivano il corpo. Cercò di fare qualche passo
ma crollò accanto alla pancia di Zorba.
“Mamma! Ho fame!” stridette beccandogli la pelliccia.
Che cosa poteva dargli da mangiare? Sapeva che i gabbiani Il gatto vero e
si nutrono di pesce, ma dove lo trovava lui adesso un pezzo quello inventato
di pesce? Zorba corse in cucina e tornò indietro facendo Il gatto Colonnello esiste davvero!
rotolare una mela. Il pulcino si rizzò sulle zampe traballanti e Sepúlveda l’ha conosciuto quando
viveva ad Amburgo e andava a
si precipitò sulla frutta. Il piccolo becco giallo toccò la buccia, mangiare qualche volta in un
si piegò come fosse stato di gomma e, quando poi si raddrizzò ristorante italiano. Colonnello era
di nuovo, catapultò il pulcino all’indietro facendolo cadere. il felino addetto a tenere lontani i
“Ho fame!” stridette arrabbiato. “Mamma! Ho fame!” topi, ma sicuramente avrà anche
In preda alla disperazione, ricordò che il pulcino era un contribuito a far fuori gli avanzi.
uccello e che gli uccelli mangiano gli insetti. Uscì sul balcone
e aspettò pazientemente che una mosca arrivasse a tiro delle dal libro al filM
sue grinfie. Non tardò a catturarne una e a consegnarla Il regista Enzo D’Alò ha raccontato
all’affamato. la storia di Zorba e Fortunata nel
Il piccolo prese la mosca nel becco e chiudendo gli occhi la lungometraggio “La gabbianella e il
gatto”. Ma uno scrittore è d’accordo
ingoiò. Soddisfatto, fece un ruttino e si rannicchiò stretto che le sue parole vengano
stretto al ventre di Zorba. trasformate in cartoni animati? In
“Ho sonno, mamma!” stridette. questo caso sicuramente sì, infatti
“Senti, mi dispiace, ma io non sono la tua mamma...” miagolò Sepúlveda stesso ha collaborato
piano Zorba. a scrivere la sceneggiatura,
“Certo che sei la mia mamma. E sei una mamma molto buona.” riadattando la storia alle esigenze
rispose il pulcino chiudendo gli occhi. del cinema. In un film ci sono meno
parole che in un libro, perché le
Luis Sepúlveda, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, Salani Editore immagini aiutano a capire anche
quello che non viene detto.
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