Page 47 - GIRO DEL MONDO IN TANTE STORIE
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Come spartire un’oca
Ci vogliono i libri Un povero contadino era rimasto senza grano. Pensò di
Non si può fare scuola se non ci chiederne al padrone. Per non presentarsi al padrone a mani
sono i maestri e i libri! Lev stesso, vuote, egli ammazzò un’oca, l’arrostì e gliela portò. Il padrone
insieme ad alcuni amici e parenti, accettò l’oca e disse al contadino: – Ti ringrazio, contadino,
si dedicò a insegnare ai bambini
di Jasnaja Poljana. Quanto ai libri, dell’oca. Solo non so come faremo a spartirla. Ecco, io ho
li scriveva lui: non era forse un moglie, due figlie e due figli. In che modo potremo dividerla
bravo scrittore? Poi li faceva senza fare torto a nessuno?
stampare a sue spese. Rispose il contadino: – Te la spartirò io.
Nacquero così il Sillabario e poi Prese un coltello. Tagliò la testa dell’oca e disse al padrone:
I quattro libri di lettura. – A te la testa, perché sei il capo della casa.
Poi tagliò la parte posteriore e la offrì alla padrona.
– A te – disse – che stai sempre seduta in casa e sulla casa
vigili, il sedere.
Poi tagliò le zampe e le porse ai figli.
– A voi – disse il povero contadino – le zampe, affinché
seguiate le orme di vostro padre.
E alle figlie diede le ali.
– Voi presto volerete via di casa, perché vi sposerete – disse
loro – e a voi ecco le ali. Il resto me lo prendo io!
Il padrone rise divertito e diede al contadino grano e
anche del denaro.
Un altro contadino, però ricco, avendo sentito dire che
il padrone aveva dato al contadino povero grano e
Un sogno realizzato denaro in compenso di un’oca, pensò di fare la
Nell’introduzione a I quattro libri stessa cosa. Ma, dal momento che era appunto
di lettura, Tolstoj scrive: «Ecco ricco, invece di un’oca sola ne arrostì ben
qual è il mio sogno: che per due cinque e le portò al padrone.
generazioni tutti i ragazzi russi,
da quelli della famiglia imperiale
a quelli dei contadini, vengano
formati da questi libri e da
essi ricevano le prime
poetiche impressioni
così che io,
avendoli scritti,
possa morire
tranquillo.».
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