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Come spartire un’oca




               Ci vogliono i libri                       Un povero contadino era rimasto senza grano. Pensò di

               Non si può fare scuola se non ci          chiederne al padrone. Per non presentarsi al padrone a mani
               sono i maestri e i libri! Lev stesso,     vuote, egli ammazzò un’oca, l’arrostì e gliela portò. Il padrone
               insieme ad alcuni amici e parenti,        accettò l’oca e disse al contadino: – Ti ringrazio, contadino,
               si dedicò a insegnare ai bambini
               di Jasnaja Poljana. Quanto ai libri,      dell’oca. Solo non so come faremo a spartirla. Ecco, io ho
               li scriveva lui: non era forse un         moglie, due figlie e due figli. In che modo potremo dividerla
               bravo scrittore? Poi li faceva            senza fare torto a nessuno?
               stampare a sue spese.                     Rispose il contadino: – Te la spartirò io.
               Nacquero così il Sillabario e poi         Prese un coltello. Tagliò la testa dell’oca e disse al padrone:
               I quattro libri di lettura.               – A te la testa, perché sei il capo della casa.
                                                         Poi tagliò la parte posteriore e la offrì alla padrona.

                                                         – A te – disse – che stai sempre seduta in casa e sulla casa
                                                         vigili, il sedere.
                                                         Poi tagliò le zampe e le porse ai figli.
                                                         – A voi – disse il povero contadino – le zampe, affinché
                                                         seguiate le orme di vostro padre.
                                                         E alle figlie diede le ali.
                                                         – Voi presto volerete via di casa, perché vi sposerete – disse
                                                         loro – e a voi ecco le ali. Il resto me lo prendo io!
                                                         Il padrone rise divertito e diede al contadino grano e
                                                         anche del denaro.
                                                         Un altro contadino, però ricco, avendo sentito dire che
                                                         il padrone aveva dato al contadino povero grano e

               Un sogno realizzato                       denaro in compenso di un’oca, pensò di fare la
               Nell’introduzione a I quattro libri       stessa cosa. Ma, dal momento che era appunto
               di lettura, Tolstoj scrive: «Ecco         ricco, invece di un’oca sola ne arrostì ben
               qual è il mio sogno: che per due          cinque e le portò al padrone.
               generazioni tutti i ragazzi russi,
               da quelli della famiglia imperiale
               a quelli dei contadini, vengano
               formati da questi libri e da
               essi ricevano le prime
               poetiche impressioni
               così che io,
               avendoli scritti,
               possa morire
               tranquillo.».












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